Museo Diocesano Brindisi

Arca di San Teodoro

L’Arca di San Teodoro, testimonianza dell’argenteria dell’età delle crociate, è un pezzo unico di eccezionale rilevanza storico-artistica. Vi furono depositate le spoglie di San Teodoro, quando giunsero a Brindisi nel novembre del 1225 per il matrimonio dell’imperatore Federico II con Isabella di Brienne, regina d’Israele. Per Luisa De Rosa si tratta di fattura dalmata, per Sofia Di Sciascio, è stata invece prodotta dalla zecca imperiale nel sec. XIII. E’ in abete, coperta da lastre sbalzate d’argento in cui sono rappresentate scene della vita del santo, i protovescovi di Brindisi, Leucio e Pelino e l’arrivo delle reliquie di San Teodoro nel porto individuabile dalle due colonne romane. Come nei cicli degli affreschi medievali le formelle metalliche del prezioso manufatto, narrano in sequenza la vicenda terrena del santo Teodoro d’Amasea. Il reperto, più volte soggetto a schiodature e a interventi nel corso del tempo, era in origine probabilmente più piccolo e chiuso da un coperchio. È difficile stabilire con certezza sia l’anno di realizzazione dell’arca (che con opportuna cautela va datata tra i decenni centrali del XIII e la fine del secolo), sia la paternità dell’opera. Le due colonne e le mura turrite di Brindisi viste dal mare, sbalzate su una delle formelle dell’Arca, portano a ritenere che l’artefice abbia potuto osservare con i propri occhi tali elementi architettonici. Si tratta di un prezioso documento storico anzi meglio, di un vero e proprio libro sulla Brindisi medievale, con le sue due colonne ancora integre e fuori dalla cinta di mura sopra la collina di ponente. Sul lato frontale sono, da sinistra verso destra, le immagini affiancate dei due santi vescovi Leucio e Pelino, benedicenti alla greca, con pallio, mitra e pastorale, gli episodi salienti della vita, la condanna di san Teodoro e traslazione delle sue reliquie in Brindisi. Nella lastra laterale sinistra vi è sbalzata una Madonna con Bambino del sec. XVI.